La casa di Anja non è solo un cubo rosso tra cielo e terra. Avvolta dall’ abbraccio di 25 alberi di ulivo secolari, la casa di Anja è respiro e dà respiro. Tedesca di nascita, Anja ha vissuto per un lungo periodo di tempo in Olanda e ha fatto conoscenza della Puglia nel 2000 per lavoro, è infatti un’ affermata insegnante di yoga ormai da anni. Lei, cittadina del mondo per definizione, sempre in movimento e non solo con la mente, è giunta in Puglia per studiare presso un amico fraterno o forse perché richiamata anche lei, come talvolta accade, da quell’ancestrale e contraddittorio bisogno di ritrovarsi o magari di perdersi finalmente.
La casa di Anja si staglia su di una piccola collinetta nell’agro monopolitano, a pochi km dal centro, facilmente raggiungibile. Una volta arrivati sembra di accedere ad uno spazio perfetto, dove equilibrio e armonia ti accolgono e tutto, anche l’ospite, si integra perfettamente in esso. Ogni cosa sembra invitarti al silenzio, alla meditazione, all’ascolto di te e di ciò che è fuori da te. Una piccola salita prima di essere sull’uscio di casa rimanda già al rispetto per la Terra, non ho visto infatti asfalto, il disumano asfalto nero neppure nei dissuasori che qui invece sono piccoli denti fatti nella terra.
Qui nulla è inutilmente aggiunto, ma piuttosto perfettamente inserito e adeguato al contesto. “More is less”, ma questo Anja sembra saperlo ormai da tempo. Gli ambienti sono chiaramente distribuiti su circa 140 mq di superficie, le finiture così ricercate ed eleganti insieme saltano all’ occhio esperto di un tecnico e non, perché la bellezza fortunatamente è democratica, arriva a tutti. Il progetto, che risale ormai a 10 anni fa, è il risultato compiuto di una ricerca personale e di tanto studio. Tra i materiali impiegati Anja, rompendo ogni schema, ha qui optato per il legno a scapito dell’ abusata pietra locale, una scelta questa audace e coraggiosa visto che fino ad allora si trattava di una tendenza mai vista e neppure pensata.
Tutto parla di rispetto verso lo spirito del contesto in cui la casa è sorta, è fedele a quello che era l’ obiettivo finale che Anja aveva già programmato dentro di sé. La paternità del progetto infatti è solo sua, tutta la sinfonia di tale equilibrio tra materiali, finiture, distribuzione degli spazi e studio sulla luce è stato pensato da lei. Pure imbattersi nella maestria mista all’estro ribelle delle maestranze è stato impegnativo. Non è un vezzo il colore usato per dipingere a calce la “pelle” della casa, un rosso mattone che viene solitamente impiegato nei monasteri indiani, un colore questo che se nella scala cromatica, come nei nostri occhi, riscalda, nella visione ascetica (?) rappresenta invece protezione. Quella sensazione di respiro che ti prende non appena arrivi , una volta dentro si fa reale e ti avvolge pienamente.
No muri, giusto l’indispensabile, piuttosto grandi vetrate scorrevoli rigorosamente senza tende perché tu possa guardare oltre, oltre l’orizzonte, perché tu possa avere l‘ebbrezza di cogliere l’infinito, accoglierlo dentro di te. Gli affacci non sono esposti a sud e alla base di questa scelta c’è una ratio naturalmente “energetica”, lo spazio qui si fa ambiente ideale per raccogliere l’ energia e la luce, per non disperderle ma piuttosto proteggerle e preservarle. Nella casa di Anja non ci si sente mai, come talvolta accade nella vita, con le spalle al muro, non hai la necessità impellente di proteggerti, di guardarti dietro, a questo c’è la Natura che ci pensa. Sulla veranda, sia per praticare l’ arte della meditazione tou court sia sorseggiare un primitivo, l’ energia circola ma non ti investe. E il respiro ritorna, controllato. Respira, respira lentamente…
A.F.M.
